Vivido, tragico, carico
4 stars
Questo romanzo ha tante sfaccettature. Sicuramente inizia in modo lieve e poi come un tamburo di guerra inizia a fare sempre più rumore, a narrare le lacerazioni del "fiume calmo" che la protagonista via via prova su se stessa e sul gruppo di ragazzə che, prima a sua insaputa e poi sempre più alla luce del sole le faranno da guida. Una storia vivida di razzismo sulla propria pelle, di una ricchezza umana (e quindi culturale, nel senso più nobile di cultura) che noi, quelli "tutti interi", non ci sogniamo nemmeno da svegli. La scansione temporale dei capitoli è studiata in modo accurato e le ultime pagine lasciano senza fiato per la ferocia e la speranza che suscitano.